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Gente inutile

Gente inutile

Ho amici artisti, pittori ma non soltanto, che stanno vivendo un anno difficile da quando è scoppiata la pandemia. Le mostre sono chiuse ma non ricevono i ristori statali. È una situazione comune a molte categorie di artisti e agli operatori che girano intorno al loro mondo. Ma oltre le difficoltà economiche, che sono per molti gravissime, devono anche subire una svalutazione continua delle loro attività, come se fossero individui marginali nella nostra società. Sembra riecheggiare l’ormai famosa frase di Tremonti: “la cultura non si mangia”. Non producono beni, figuriamoci se in un periodo di crisi ci si deve occupare anche di loro, di gente che in fondo non lavora e non produce! Gente inutile.

Ecco, partirei proprio da quest’ultima parola “inutile”. Ormai siamo talmente immersi in una cultura che comprende soltanto il profitto, l’utile, che diamo per scontato ed acquisito un valore dispregiativo a questa parola. Leggo sulla Treccani: inutile, dal latino inutilis, che non dà vantaggio, che non è necessario.

Vorrei allora fare un elenco, sicuramente parziale, delle cose inutili: musica, cinema, teatro, pittura, scultura, fare l’amore, ballare, scrivere, leggere, giocare, innamorarsi, ecc.

Provate ora a togliere dalla vostra vita tutte queste cose e ditemi cosa ne rimane. Allora forse dobbiamo fare un pensiero diverso: siamo sicuri che la nostra realtà umana trovi la propria realizzazione nell’utile? L’utile ha nella ragione il suo alleato fedele. Da millenni ci dicono che l’uomo è tale perché è razionale: e se non fosse così? L’uomo si distingue dagli animali perché è razionale: e se non fosse così? Gli animali sono molto razionali, seguono il risparmio energetico, hanno modalità predatorie estremamente precise, finalizzate all’utile. Potremmo fare tantissimi esempi. Difficile trovare negli animali comportamenti che non perseguano un utile.

È chiaro che anche l’essere umano ha bisogno di nutrirsi, di una certa igiene, di proteggersi dal freddo e dal caldo. Se tutti questi bisogni, utili, non vengono soddisfatti, il corpo si ammala e muore esattamente come negli animali. Ma, soddisfatti questi bisogni, cioè l’utile, l’animale sta bene. Possiamo dire lo stesso dell’uomo? Direi proprio di no. Noi abbiamo esigenze di amore, affetto, di interesse per e dell’altro, di fantasia, di conoscenza, di tutte quelle cose inutili e non razionali che, se non vengono realizzate, il corpo sopravvive ma la mente si ammala e perdiamo gli affetti, la gioia di vivere, la fantasia, la vitalità. Ed è proprio quando accade tutto questo che poi diventiamo razionali nei rapporti umani ed a quel punto cerchiamo di impedire agli altri di giocare, di fare l’amore e consideriamo queste cose con disprezzo.

La ragione, così utile nel rapporto con gli oggetti materiali, fallisce miseramente quando cerca di comprendere la realtà umana. Così come sta fallendo la psichiatria attuale che riesce a vedere soltanto quella realtà umana conoscibile dalla ragione che è il comportamento. Ma il comportamento manifesto ci dice ben poco della salute mentale di un individuo. Chi ci ha fatto capire molto di più sulla mente umana, sono stati indubbiamente gli artisti. Basti pensare a Shakespeare, Dostoevskij, Picasso, solo per citarne alcuni.

Senza contare che la ragione, che darebbe l’identità umana, subentra in età piuttosto avanzata nello sviluppo di un individuo. E tutto quello che c’è stato prima? Quel mondo di sensazioni, affetti, immagini che caratterizza i primi anni di vita, a cui attingono a piene mani gli artisti, cosa sarebbe allora? Quindi un bambino non avrebbe identità umana? E i nostri sogni?

Vi riporto due frasi celebri di Picasso che dovrebbero farci riflettere: “Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi”. “A quattro anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino.”

Ora – scusate lo stridore imbarazzante – vi riporto invece un tweet del presidente della Regione Liguria, Toti, del 1° novembre 2020, che sicuramente conoscete:

“Per quanto ci addolori ogni singola vittima del Covid 19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone perlopiù in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate”.

Ecco, queste frasi agghiaccianti che hanno scandalizzato l’opinione pubblica, se ci pensate bene, sono in realtà estremamente razionali e ci mostrano i disastri che fa la razionalità quando si occupa di realtà umana!

Però sono millenni che ci dicono che l’uomo è tale perché è razionale: sarà mica giunto il momento di cambiare pensiero?

P.S. Papillon non è necessario e non dà vantaggio

Marco Michelini

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