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Il mistero di Stonehenge – Parte 2 di 2

Il mistero di Stonehenge – Parte 2 di 2
Disegno di Gianpaint

Non è stata una mossa geniale fare cosi tardi stanotte, fino alle 2 insieme a 3 birre.

Non mi sono fatto mancare niente il giorno prima dell’orale della maturità.

E bravo Dario!

Ma il concerto dei Guns al Circo Massimo… non potevo perderlo. Se non era per Richard Fortus non avrei mai preso in mano una chitarra.

E come dico sempre… recupero stanotte. Ma tanto non succederà, non se ne parla proprio. Non dormo la notte prima dell’orale figuriamoci la notte dopo.

Arrivo cosi al cancello di ingresso della scuola. Nel tragitto con il motorino mi sono guardato intorno, pensando che avrei fatto di nuovo quelle strade della mia città, ma non per andare al Liceo.

Ma perché hanno tutti lo zaino? Oggi non serve.

Ho dimenticato qualcosa? Certo almeno una penna potevo portarmela…

No! Ecco Francesca. Ha uno zaino pieno che… neanche stesse partendo per la scalata del K2.

Dario non arrossire, resisti ti prego. Resisti!

Potrei chiedere la penna a lei. No, non ce la faccio. Vabbè la chiedo a Serena, più facile.

Sono rosso come il vestito della Crisafulli.

– Buongiorno Prof!

– In bocca al lupo Morazzo.

In 5 anni non sono riuscito a dire una parola a Francesca. Anzi, solo quella volta in palestra durante l’assemblea di istituto quando le è caduto il libro di fisica sui miei piedi. Ma perché aveva il libro di fisica all’assemblea di istituto? Le donne non le capirò mai, peggio della Relatività.

Che poi è lei che mi ha rivolto la parola quella volta, io ho solo sorriso. Avrei potuto dire mille cose, “Tranquilla, non mi sono fatto niente”, “Non ti preoccupare. Ripassi fisica? Anche io sto messo male”. Maturità… si fa per dire.

Niente, solo un sorriso al centro di una testa rosso San Marzano, come la conserva che faceva mia nonna. Mi ricordo le domeniche in campagna a casa sua, io e mia sorella lo chiamavamo “Il Giorno dei Pomodori”, per noi era come Natale. Aiutavamo si, il più delle volte ci divertivamo a schiacciare pomodori, poi ridevamo insieme ai cugini più grandi e giocavamo con Teseo, il cavallo più rimbambito del mondo!

Pensiamo all’orale. Mi ricordo si, ricordo tutto. La memoria da adrenalina non mi ha mai tradito.

Mio padre direbbe: inizia a parlare anche se non sai la risposta. Su queste cose devo dire che la sa lunga, è un legale h24.

Dovrò trovare anche un modo per dirgli che non andrò a studio da lui, non porterò avanti la dinastia di avvocati dello Studio Morazzo.

Se ne farà una ragione. Qualunque altra cosa, piuttosto Lettere. Al limite Informatica. Potrei dire anche Archeologia. Ma Giurisprudenza… mai.

– Ehi Dario, hanno appena chiamato Iovino. Dopo Lotti e Marini ci sei tu. Ma non sali?

– No Luca, aspetto qua.

– Ma lo sai che ho scoperto, allo Stonehenge Festival viene pure Carlucci, quello della 4D. Il nostro stesso volo per Amsterdam.

– Maddai, grande Carlucci!

Chissà perché lo hanno chiamato cosi il Festival.

Di Stonehenge ce ne parlò la Prof di Arte, forse in secondo superiore. Mi rimase impresso il fatto che le pietre sono allineate al movimento del sole; al sorgere con il solstizio d’estate e al tramonto con il solstizio di inverno. Ma la cosa più incredibile è che ci sono volute ottanta generazioni per la costruzione del sito, circa 1.600 anni!

Un luogo affascinate e senza tempo, dove ritrovare la donna amata. Magari al Festival!

Dove incontrerò di nuovo Francesca? L’altro giorno ho visto che ha un portachiavi a forma di teschio; non voglio illudermi ma se fosse metal pure lei allora forse avrei qualche speranza in più…

Morazzo Dario?

Dai che tocca a te!

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Walter Di Mauro

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