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Sotto e sopra

Sotto e sopra

In una celebre serie televisiva uscita negli ultimi anni un ragazzino si perde in un posto buio e freddo, popolato di creature pericolose che i suoi amici chiamano “sottosopra”. Questo strano posto minaccia di invadere e infettare la realtà di tutti i giorni di una piccola cittadina americana. La serie di cui sto parlando è ovviamente Stranger Things, molto popolare e avvincente, ma mi ha fatto porre la domanda: perché “ciò che è al di sotto” deve essere sempre rappresentato come qualcosa di spaventoso e terribile? Esistono molte cose che stanno sotto e, nella maggior parte dei casi, non sono affatto terrificanti, ma rappresentano invece qualcosa da proteggere.

Nella nostra cultura “stare sotto” è sinonimo di “avere meno valore” e allora capita che nella mentalità comune sotto ci stia il popolo, gli operai, i migranti. Capita quindi che una fragilità economica e una mancanza di potere venga intesa come una inferiorità umana. Non sono persone con una storia di vita diversa, ma esseri un po’ meno umani di altri.

Sotto però ci stanno anche le donne e qui il discorso si fa un po’ più complicato: l’essere sensibili diventa essere isteriche, essere recettive diviene essere stupide, essere fisicamente diverse diventa essere deboli.

Sotto ancora ci sono i bambini perché, secondo la logica occidentale, non sono ancora esseri umani perché non sanno parlare, perché non sanno camminare, perché non sono razionali. Allora si possono trattare come piccoli cuccioli in attesa che diventino uomini.

Infine sotto (o sarebbe meglio dire dentro) starebbe tutto il mondo sconosciuto presente nella mente di ciascuno di noi. Quindi sotto ci sarebbe un mostro da temere, combattere e arginare, perché se dovesse emergere infetterebbe e sconvolgerebbe la tranquillità della coscienza e del comportamento educato e cordiale, del sorriso di cortesia (o di convenienza), del quieto vivere, del lasciar correre.

Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se all’improvviso scomparissero il popolino, gli operai, i migranti, gli studenti, le donne e i bambini? E cosa succederebbe se scomparissero i nostri amori, i nostri istintivi rifiuti, i nostri sogni? Cosa resterebbe di noi?

Allora forse ciò che sta sotto va protetto, ma soprattutto va capito. Gli uomini dovrebbero smettere di rovinare ciò che c’è di bello nelle donne solo perché complicato e le donne dovrebbero smetterla di trattare i bambini come cuccioli da nutrire e allevare solo perché hanno perso la capacità di capirli, chi ha il potere dovrebbe smetterla di pensare i rapporti con gli altri solo come convenienti o inutili e tutti dovremmo curare e tenere a ciò che esiste ma è invisibile, ciò che ci rende noi stessi, ciò che sta sotto.

Gioia Piazzi

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