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Narcisista maligno e pericoloso

Narcisista maligno e pericoloso

“L’assassino di Chiara non ha nulla di delirante. È un narcisista maligno e pericoloso », afferma la criminologa Roberta Bruzzone secondo la quale l’assassino di Chiara Gualzetti, un ragazzo di sedici anni, non ha nessuna problematica psichiatrica, ma una “volontà lucida, lucidissima.e premeditata”.

Tutti gli articoli legati a questo tristissimo evento sottolineano la freddezza, l’assenza di qualsiasi emozione nel ragazzo. 

Mi chiedo, e chiedo a chi se ne intende, come sia possibile non vedere nella freddezza, nell’assenza di qualsiasi emozione, nel calcolo, nella premeditazione manifestazioni di una grave malattia mentale. La freddezza, l’assenza di emozioni sono manifestazioni di sanità? Una “sanità mentale” che porta ad uccidere una giovanissima ragazza soltanto perché si “accolla”, è “fastidiosa”, come fosse una mosca che infastidisce e dunque la si schiaccia con noncuranza!

Ma può essere ancora considerato umano chi non prova più alcuna emozione, chi ha fatto di se stesso un iceberg?

Uomini, anche giovanissimi, che uccidono donne. Tutti sani di mente?

Restiamo in attesa della perizia psichiatrica sperando che faccia chiarezza, nel frattempo vorrei fare alcune considerazioni sulle conseguenze delle affermazioni di giudici, criminologi, giornalisti e di una certa cultura diffusa. Faccio l’insegnante e frequento quotidianamente adolescenti pieni di entusiasmi e tristezze, pieni di emozioni. Quando queste non si manifestano mi preoccupo perché penso che qualcosa non va come dovrebbe andare. Dire che non è gravemente malato di mente un ragazzo di sedici anni che uccide freddamente a coltellate una sua coetanea è, a mio avviso, gravissimo. Cosa deve pensare un adolescente di fronte a queste considerazioni? Che la freddezza è un aspetto umano normale? Che esiste il Male in ognuno di noi? Che quel ragazzo era posseduto dal demonio, come lui stesso afferma in riferimento alla serie Tv “Lucifer”? 

Si continua a diffondere un pensiero devastante che afferma l’esistenza del “maligno pericoloso”, come fossimo nel Medioevo, confondendo quell’immediato sentire che fa pensare a chiunque che qualcosa nella mente di chi compie un gesto così efferato non funziona più, che quella mente ha perso la sua specificità umana, si è ammalata.

Uomini, anche giovanissimi, che uccidono donne. Tutti sani di mente?

Abbiamo la responsabilità di cercare di comprendere questo fenomeno e di dare risposte chiare, scientifiche, agli adolescenti che si innamorano, magari per la prima volta, e che si ritrovano immersi in una tempesta di emozioni. “Quel sorriso, quel gesto, quel modo di fare, quel movimento che ti manda la pancia in subbuglio.” quali reazioni possono scatenare? Cosa accade di fronte a quella tempesta? 

Rivolgo le domande a chi ha parlato in questo blog del primo amore come qualcosa che può “spazzare via, in un sol colpo, anche un’infanzia vissuta non troppo felicemente.”.

È sempre così o è possibile che “quel sorriso, quel gesto, quel modo di fare, quel movimento” scatenino una grave patologia mentale rimasta fino a quel momento latente che porta a vedere l’altro come una mosca fastidiosa? 

E chiedo ancora: perché una bellissima ragazza di quindici anni si invaghisce proprio di quel suo coetaneo così freddo e privo di emozioni? 

Penso siano risposte indispensabili da dare a chi si affaccia a quel bellissimo e insieme complicatissimo mondo che è il rapporto uomo donna, dentro il quale si gioca l’identità di ognuno e che può portare a sfiorare la felicità o rivelarsi estremamente distruttivo anche senza arrivare all’eliminazione dell’altro.

M. R.

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