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CE STA ‘O MAR FOR

CE STA ‘O MAR FOR

In perfetta sintonia con il trend nazionale sono settimane che la nostra classe è letteralmente impazzita per la serie tv O’ mar for e oramai tra di noi parliamo solo in napoletano! Del resto il grande successo della serie è sotto gli occhi di tutti tanto da suscitare riflessioni e analisi  in ogni dove, per cui anche noi ci siamo chiesti perchè  è improvvisamente diventata così famosa tra gli adolescenti (e non solo).

La narrazione si concentra sulla difficile realtà di  un gruppo di adolescenti all’interno dell’IPM di Napoli, seguendo il percorso umano e formativo di ognuno dei personaggi in modo diretto e talmente coinvolgente che anche se sembrano vivere una realtà molto diversa dalla nostra  li sentiamo profondamente vicini, come se li conoscessimo da sempre, come se fossero nostri amici.

Tutti vengono da vissuti drammatici o complessi, familiari, economici, personali. A questi poi si aggiungono le difficoltà legate alla vita carceraria e quelle legate a situazioni sentimentali complicate in cui i ragazzi , però,  non riescono ad essere veramente “liberi”.. 

Pensiamo, ad esempio, a Gemma, un’adolescente fragile, che a seguito della morte del padre, si perde in una relazione colma di violenza fisica e psicologica che non solo la porta all’interno dell’IPM, ma dalla quale non riesce ad uscire, come se  si alleasse  con il suo “carnefice” senza reagire, scegliendo di continuare a soffrire. Lei apparentemente capisce che la sua è una relazione “tossica”, eppure, per lungo tempo, ci resta dentro. Perchè?

Ci vengono allora in mente le parole del dott. Marco Michelini che, nell’articolo Donna uomo-uomo donna parlando di eterosesualità,  sottolinea come troppo spesso venga riferita solo ad un generico concetto di “tendenza erotica” mentre forse riguarda aspetti molto più profondi della realtà umana , per cui può accadere che “questo termine nasconda spesso una svalutazione, una negazione, una sopraffazione, per non dire un odio da parte dei maschi” …e con le donne che credono ad una loro inferiorità perchè hanno creduto al pensiero razionale e religioso”….cioè le donne si innamorano dei violenti perchè pensano di meritarselo….perchè qualcuno gli ha fatto credere che è giusto così.

Ci sono però anche le donne che apparentemente sembrano “forti” e sembrano sapere bene quello che vogliono, come Rosa Ricci, che, nella serie, è la figlia di un boss della camorra e si fa arrestare volutamente (sparando alle gambe di un uomo!) per portare avanti la vendetta del padre all’interno dell’IPM.  E’ succube, ma anche complice, del potere che la famiglia esercita su di lei e (almeno inizialmente ) è proprio una di quelle donne, come dice il dott. Michelini che per avere un ruolo riconosciuto rinunciano in parte all’identità femminile diventando un pò maschi…cioè lei fa la dura ma in realtà deve “recitare” il ruolo della figlia del boss,  rispettando i principi mafiosi e le regole violente del fratello e del padre che la costringono” a perdere una parte di sè…

Ma come se ne esce?

Forse la chiave sono Carmine, Chiattillo o Cardiotrap, ragazzi che pur avendo commesso “errori” gravissimi (per i quali sono finiti all’IPM) non hanno perso la capacità di amare, la difendono anche in carcere, provando a mantenere la loro umanità e cercando un rapporto carino con le ragazze….e forse la chiave sono anche le donne iraniane, che si ribellano alla violenza rischiando la vita nelle piazze insieme ai loro compagni…e poi ….e poi anche  tutte le donne o gli uomini che ogni giorno, nel loro piccolo, difendono la loro possibilità di amare  e di essere liberi.

Giulia Alonzo

Beatrice Arca

Sara Clemente

Gianmarco Franzini

Melissa Lodato

Davide Mascari

Sofia Schievano

Maria Vittoria Straface

(Classe 2^I, Liceo Scientifico G.B. Grassi di Latina)

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